Le problematiche connesse con il nuovo rito per i licenziamenti

di Paolo Spaziani[1] – SOMMARIO:1. Il nuovo rito per i licenziamenti nel sistema dei riti speciali. Struttura, natura e funzione. – 2. Carattere pubblicistico dell’interesse tutelato dal procedimento e conseguenze sul piano ermeneutico. – 3. L’ambito di applicazione. Il regime intertemporale. La rilevanza della domanda ai fini della determinazione del rito. – 4. Le questioni relative alla qualificazione del rapporto e il problema dei limiti oggettivi del giudicato. – 5. Le domande fondate su fatti costitutivi identici a quelli posti a fondamento dell’impugnativa di licenziamento. – 6. Le domande non fondate su fatti costitutivi identici a quelli posti a fondamento dell’impugnativa di licenziamento: a) l’errore assoluto sul rito. – 7. (Segue): b) il cumulo di domande. L’errore relativo sul rito. – 8. (Segue): c) la mancanza di errore sul rito. La contemporanea pendenza dinanzi al medesimo giudice del lavoro di più cause soggette a riti differenti.

La Figlia di Bratnik

(di PAOLO CENDON) – 1. Strana e disperata, soprattutto nel corso degli ultimi anni, l’esistenza di Alfredo Bratnik – l’uomo che parecchi anni fa uccise la figlia a Trieste, in un triste casermone/falansterio, con 90 coltellate. Un caso, occorre dire, di un certo rilievo per gli studiosi di r.c., visto che il Tribunale di Trieste, condannando la USL triestina (Servizi Psichiatrici) a risarcire ex art. 2047 c.c. il danno (200 milioni di vecchie lire, dei quali cento per il danno patrimoniale, cento per quello non patrimoniale) al figlio della donna uccisa – nonché nipotino del nonno assassino -, irrobustiva un certo settore in realtà molto labile e precario della r.c., quello cioè, per dirlo in chiave debolologica, della responsabilità extracontrattuale del soggetto “forte”, e tenuto alla sorveglianza, per “abbandono” di una persona “fragile”.

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