Obbligo vaccinale da COVID per operatore socio sanitario: è irragionevole e sproporzionato (fattispecie ex art. 700 c.p.c.)

E’ chiaro che la vaccinazione è imposta al lavoratore non a tutela della salute propria, ma di quella altrui.

Il mero fatto che un lavoratore si sia sottoposto al vaccino, non garantisce che egli non contragga il virus e che quindi, recandosi sul luogo di lavoro, non infetti le persone con cui ivi viene a contatto, nella specie gli ospiti della struttura sanitaria.

L’obbligo vaccinale, oltre ad apparire irragionevole e sproporzionato, sembra anche contrario all’art. 32 Cost., poiché, come visto, non previene il contagio e non tutela quindi la collettività (nella specie, i soggetti fragili), finendo quindi col violare il diritto all’autodeterminazione terapeutica sancito da tale precetto costituzionale.

TRIBUNALE ORDINARIO DI PADOVA,  SEZIONE LAVORO, ORDINANZA DEL 28.4.2022

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