Diritto del Minore a comprendere la sentenza che lo riguarda (Spagna)
Secondo la Giudice Poyatos il bambino, chiamato con il nome di fantasia di Aureliano e a cui il tribunale ha dato ragione, aveva il diritto di capire il contenuto di una sentenza che lo riguardava: questo però sarebbe stato impossibile se il documento fosse stato scritto nel comune linguaggio giuridico, assai complicato e artificioso e praticamente incomprensibile per chiunque non lavori in questo ambito (è un problema che esiste anche in Italia e in molti altri paesi). Da tempo Poyatos, che è stata anche presidente dell’Associazione delle donne giudici e oggi è presidente della sezione lavoro e previdenza sociale del TSJC, è fra i giudici che sostengono che la giustizia debba «adattarsi ai cittadini destinatari delle nostre decisioni e non il contrario».
Poyatos ha fatto una premessa in cui ha definito non una scelta, ma «un obbligo» l’adattamento e la semplificazione del linguaggio delle decisioni giudiziarie che riguardano i minori, e ha citato alcuni trattati internazionali, come la Convenzione sui diritti dell’infanzia, e alcune leggi spagnole che includono questo obbligo o lo sottintendono. Fra queste c’è la Legge sul diritto alla difesa, approvata dal parlamento spagnolo a novembre del 2024, secondo cui gli atti e le comunicazioni procedurali devono essere «redatti in un linguaggio chiaro, in modo semplice e universalmente accessibile» in modo da permettere alle persone destinatarie di comprendere il loro oggetto e le loro conseguenze. La legge specifica che il linguaggio delle sentenze deve essere adattato in modo appropriato e specifico per ciascun caso se i destinatari delle decisioni giudiziarie sono minori o persone con disabilità.
FONTE: ilPost.it (10.7.2025)